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Risonanze in Meditazione è un Processo Evolutivo che si occupa, in prima istanza, di risvegliare e coltivare una sensibilità che possa cogliere i significati spirituali della musica di modo che, attraverso questa esperienza, la musica non agisca sui corpi solo inconsapevolmente ma che tale azione divenga cosciente, ricercata poiché se ne coglie la sua utilità evolutiva.

Se vogliamo che la musica viva nel nostro spirito come realtà e forza, dobbiamo portarla in noi nella forma più chiara possibile. Finché l’immagine che abbiamo dell’opera e dei suoi temi è confusa e nebulosa, i suoni non potranno agire in modo veramente spirituale in noi. Anche se essi ci affascinano e ci scuotono, questa azione incide su una zona molto superficiale del nostro essere interiore, quella delle emozioni fuggitive. Affinché la musica possa abitare in noi come un ospite interiore portatore di Saggezza, essa deve aver assunto il volto limpido che la memoria può conservare, poiché solo ciò che è chiaro può mettere radici nella nostra Coscienza. Una formazione professionistica non è affatto necessaria a colui che vuole scoprire le idee melodiche sulle quali è basato un pezzo musicale: basta la costante ed intensa attenzione, principale mezzo per penetrare nelle profondità delle forze sonore. Innanzitutto, è fondamentale accogliere la musica grazie al triplice silenzio del prima, del durante e del dopo. Creare lo spazio per la musica vuol dire dedicargli del tempo in modo che non diventi un sottofondo ad altre attività, come spesso succede nella nostra epoca. Rimanere in silenzio dopo l’ascolto della musica è importante affinché continui a risuonare in noi: grazie all’affievolirsi del suono fisico, essa comincia a diventare interiore.

Un po’ alla volta scopriremo che le idee musicali, che gradualmente si sono rivelate a noi, hanno un percorso evolutivo. Inoltre, comparandole attentamente ci accorgiamo che la nostra rappresentazione del significato dei suoni diventa ancora più profonda e completa.

E’ significativo anche ricordare che in quanto ascoltatori abbiamo un vantaggio rispetto sia ai compositori sia agli esecutori: siamo maggiormente liberi perché estranei agli aspetti egocentrici che spesso caratterizzano la composizione e l’esecuzione della musica. In quanto ascoltatori è un vantaggio non sapere tutto ciò che compete al compositore e all’esecutore perché questo ci lascia aperti a un significato che si mostrerà, se con profonda umiltà e pazienza terremo aperto uno spazio ricettivo. In questo spazio ci è richiesto di operare contemporaneamente con una doppia logica: una legata alla forma, una alla qualità.

Alexander De Zuanne

consulente filosofico

alexander@dhyana.it
cell. 334 3185000

Olga Caligari

Insegnante di Musica

olga@dhyana.it
cell. 333 3656921

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